Le religioni del mondo. Introduzione. Parte quarta

 Le religioni del mondo


Introduzione parte quarta





Pagano deriva da pagus, vocabolo latino che indica il villaggio con il suo territorio. Pagus, nella sua accezione <<burocratica>> tende a identificare un'area esterna alla città, assumeva anche connotazioni vicine al rito e ala religione: i paganalia erano le feste dei contadini viste dalla chiesa nascente come manifestazioni in forte contrapposizione col culto cristiano e via via divenute humus  per favorire la devozione per il diavolo. La separazione tra cittadini cristiani e pagani conferma la nota dicotomia Cultura/Natura ponendo in evidenza lo scontro, sul piano della religione, tra modernismo e arcaismo, tra presente e passato, dando sostanza a un conflitto socio – culturale alimentato dal meccanismo culturale stesso. 


Integralismo: termine apparso all'inizio del XX secolo all'interno del cristianesimo francese, per indicare un atteggiamento della Chiesa contrario all'apertura verso la modernità. Gli integralisti si ponevano soprattutto come difensori dell'ortodossia del cattolicesimo. 


Integralismo musulmano: quelle correnti dell'Islam che si richiamano alla tradizione coranica, applicandone le leggi a tutti gli ambiti della vita civile. 

L'integrazione è spesso motore della cosiddetta guerra santa, che per quanto riguarda la religione musulmana, è erroneamente tradotta con il termine jihad che invece designa l'obbligo di propagare l'Islam e difenderlo. 

Da sempre gli uomini hanno combattuto per difendere o diffondere un culto: non sembra abbia un peso rilevante il tipo di fede per la quale si lotta, a risultare condizionante sono sopattutto istanze di carattere sociale e culturale che si servono della religione come garanzia della propria autorità e capacità di fare giustizia. 

La dottrina della guerra giusta, elaborata da sant'Agostino e poi ripresa da San Tommaso, fu di fatto il fondamento delle teorie della guerra santa del Medioevo, che riconoscevano al cristiano la legittimità dello scontro se finalizzato a rimediare un'ingiustizia e ristabilire la pace. <<Ingiusta è la guerra intrapresa per passione, senza una ragione ultima>>, avvertiva Isidoro di Siviglia. 

Per Sant'Agostino le guerre giuste erano quelle che <<riscatavanmo le inmgiustizie>>, allorché un popolo o uno Stato contro cui la guerra deve essere fatta ha trascurato  di punire le malefatte dei suoi o di restituire quel che è stato razziato per mezzo di queste ingiustizie>>.

San Tommaso: <<Queste guerre sono permesse e giustificate nella misura in cui proteggono i poveri e ogni collettività dalle ingiustizie dei nemici. Per salvaguardare il benessere dei credenti è permesso fare guerre giuste. I credenti erano spesso in guerra contro gli infedeli, non per costringerli a credere, dal momento che la fede dipende dalla volontà ma per costringerli a non frapporre ostacoli alla religione cristiana l'autorità sguaina la spada per zelo di giustizia, come per ordine di Dio>>. 


Alterità e religione


Rivolgersi a tradizioni diverse dalla propria significa lasciare da parte i preconcetti e soprattutto non considerare la nostra idea del culto secondo un modello etnocentrico. 

Osservando una religione dobbiamo tenere conto che: 

si tratta di un insieme di riti, tradizioni, esperienze e modi di vedere l'universo avvalorati da un gruppo di persone più o meno vasto e trasmessi da generazione in generazione;

le diverse credenze danno origine a una visione del mondo che cambia nelle singole culture; 

ogni religione ha una propria formulazione e una <<spiegazione>>  dell'origine, del ruolo e del significato dell'universo. 

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